giovedì 4 luglio 2013

Dai due mari alla Transiberiana (no, non quella, l'altra!)

Mentre le lancette scorrono pian piano sull’orologio, rese appariscenti dalla loro leggera fluorescenza, sulle colline attorno all’area di servizio di Campagna Est comincia a crescere un filo di luce che ne fa risaltare i contorni, spezzati qua e là da qualche pala eolica e la sua luccicante lucina rossa. Una stazione di servizio, come chissà quante altre in Italia, messa lì come un baluardo dell’insonnia, con il barista che smanetta sulla macchina del caffè con movimenti automatici, precisi, tanto precisi che quasi gli invidi quella sua lucidità. Ma in fondo è necessario essere così svegli alle quattro del mattino nell’area di servizio di Campagna Est, è necessario per poter servire con cortesia preconfezionata le flotte di viaggiatori scesi dai bus diretti a Roma, o dei tedeschi che nella loro incomprensibile lingua si avvicinano all’autogrill stringendosi un maglione sulle spalle, o dei camionisti in viaggio perpetuo, o dei due marocchini con la loro Opel Kadett carica di vestiario da vendere alla mattina sulle rive di Marina di Camerota, o dell’uomo d’affari che arriva da Grumento in Seicento. O di chi, partendo all’una di notte da una pizzeria di Montepaone dopo una serata dietro il bancone del bar, sta andando a fare un salto sulla Transiberiana d’Italia.
Un viaggio sulla Sulmona-Carpinone è un appuntamento da tempo segnato in agenda ma mai portato a termine: la bellezza della linea, il suo carattere agreste, la tremenda somiglianza con le "nostre" linee ex-FCL, il sapore dell'avventura che si prova solo su queste linee secondarie, improbabili raccordi di diversi angoli d'Italia. Tuttavia vuoi per la lontananza, vuoi per casi di vario tipo, questo viaggio è sempre rimasto nel cassetto, fino alla chiusura della linea (il cui esercizio era stato già eliminato tra Carpinone e Castel di Sangro negli ultimi mesi del 2010) datata Dicembre 2011. Ma grazie alla caparbietà ed al coraggio delle associazioni Le Rotaie Molise e TransIta, mobilitatesi da subito per la salvaguardia della linea in concerto con numerosi enti locali ed altre associazioni, i treni hanno ripreso a circolare ad intervalli di tempo più o meno regolari (e non senza difficolta e ostruzionismi) sulla magnifica linea appenninica, pubblicizzata con l’azzeccato nome “Transiberiana d’Italia”, che ne rispecchia pienamente il già citato carattere avventuriero della linea. Nel 2013 sono stati organizzati una lunga serie di treni speciali alla scoperta dei numerosi e caratteristici centri attraversati dalla ferrovia, la quale lungo il suo percorso lambisce la Majella collegando luoghi di grande importanza turistica come Roccaraso ed economica come Castel di Sangro, stazione nella quale avviene l’interscambio con la linea della Sangritana da Lanciano, in fase di ricostruzione dopo diversi decenni di chiusura. Il treno del 30 giugno, organizzato per visitare il piccolo centro di Scontrone (ogni viaggio prevede un itinerario gastronomico e culturale diverso), è stato l’ultimo prima della chiusura di due mesi necessaria ad RFI per l’esecuzione di alcuni lavori sulla linea, lavori dei quali non è nota nel dettaglio la consistenza, ma che potrebbero portare anche delle cattive novità per la linea. Ma torneremo a parlare man mano nel dettaglio dell’iniziativa!
Arrivati a Battipaglia con la luce del giorno sempre più insistente ed in larghissimo anticipo rispetto alla partenza del treno da Isernia, decidiamo di fare una sosta a Salerno, cogliendo l’occasione di fare colazione gustando una buona sfogliatella, appuntamento immancabile per un viaggio in Campania. Sono le 5 e un quarto del mattino, i locali del lungomare salernitano sono pieni dei ragazzi di ogni età reduci dal sabato sera in discoteca, mentre i binari ormai arrugginiti del vecchio raccordo portuale giacciono sotto il lunghissimo viale alberato che li ricopre. Tempo di una passeggiata per sgranchire le gambe che si riprende l’auto in direzione Isernia, città che raggiungiamo nel giro di un paio d'ore scarse, esattamente quante ne mancano dal nostro arrivo alla partenza del treno, un buon motivo per fare un rapido pisolino.
Alle 9 prendiamo "bagatti e bagatteddi" e ci rechiamo in stazione. Dopo un caffè al bar della grande stazione molisana (nel cui scalo sono rimasti due tender di locomotive a vapore) ci registriamo al banchetto dell'associazione TransIta, dove ci vengono consegnati i due particolari biglietti ed un depliant informativo sul viaggio che andremo ad intraprendere.
Alle 9.58, poco dopo la partenza del Regionale Veloce per Roma Termini, fa ingresso in stazione il treno, in arrivo da Campobasso come Regionale 31039 (e che proseguirà per Campo di Giove come 31040), composto da ben quattro automotrici ALn663, che da Isernia trasporteranno l'impressionante numero di circa 250 persone.
Panorama dal lungomare di Salerno all'alba
Isernia: viaggiatori in attesa del treno per Campo di Giove
Il fabbricato viaggiatori della stazione di Isernia
La ALn663.1116 in testa al treno 31039 proveniente da Campobasso, con fermata intermedia a Boiano.
Il treno parte con cinque minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia, mentre le segnalazioni scambiate tramite fischi dai due macchinisti (uno per ogni coppia di automotrici) per la trazione del treno risuonano in una Isernia entrata da poco nel vivo della giornata. Una volta a bordo treno, accomodati nell'automotrice di testa (ALn663.1188) ai posti 55 e 56, si presentano subito i tre ragazzi del gruppo musicale Alberi Sonori, i quali con grande maestria ed entusiasmo allieteranno più volte i viaggiatori nel corso del viaggio, immergendo ancor di più i partecipanti nella scoperta del territorio molisano ed abruzzese, unendo agli spettacolari panorami in corsa fuori dal finestrino canti, balli e racconti della tradizione locale (con un'inaspettata, quanto sorprendente e per noi piacevole, divagazione calabra). Poco prima di arrivare a Carpinone viene offerto ai viaggiatori anche un assaggio di pane e caciocavallo locali...basti dire, per esprimerne la bontà, che al ritorno del carrellino abbiamo accettato ben volentieri il bis!
A Carpinone il segnale aperto per la direzione 1 simboleggia l'immissione nella spettacolare linea transappenninica, con una leggera emozione che pian piano sale lungo la schiena, in concerto con i giri del motore della pimpante automotrice. Mentre il giornalista freelance Fabrizio Fusco intervista i viaggiatori per la realizzazione di un breve documentario sul viaggio, interviene anche la famosa scrittrice Raffaella Milandri, la quale offre ai viaggiatori un racconto sui nativi d'America mirato ad una sensibilizzazione alla loro delicatissima causa.
Carpinone: il numero 1 sotto il segnale di partenza indica che l'itinerario è a via libera verso Sulmona (il numero 2 esprime la via libera verso Campobasso)
Carrellino con prodotti tipici locali
L'intervista di Fabrizio Fusco alla scrittrice Raffaella Milandri
Scorcio dal treno del castello di Pescolanciano
Il treno comincia a lambire i centri riversati sulla ferrovia, cominciando ad offrire i primi meravigliosi panorami sull'appennino abruzzese. Transitati da Sessano del Molise, viene effettuata prima una breve fermata a Pescolanciano-Chiauti e poi una fermata di servizio a Carovilli-Roccasicura, posta ai piedi del primo paese, da cui ripartiamo dopo due minuti. Il treno comincia a salire sempre di più cercando di guadagnare quota, transitando a 70 all'ora per le piccole e vicine fermate di Vastogirardi e Villa San Michele,  mentre fuori dal finestrino lo sguardo su ampie vallate si alterna a tratti in cui il treno sembra scavarsi una trincea nella boscaglia. Si susseguono numerosi ponti e gallerie prima di arrivare a San Pietro Avellana, stazione da cui transitiamo ed ultima del Molise. La ferrovia comincia così a lambire il confine delle due regioni scendendo progressivamente di quota per raggiungere Castel di Sangro, uno dei principali impianti della linea ed opera di importanti (e della cui utilità si hanno forti dubbi) lavori di unificazione delle due stazioni FS-FAS, entrambe ricadenti su linee dismesse e separate da pochi metri di strada.
Nella grande montagna che si staglia di fronte Castel di Sangro si nota un viadotto ad archi: è lo stesso che la ferrovia andrà a percorrere alcuni chilometri dopo. Infatti la linea, per salire fino ai 1268 metri s.l.m. di Rivisondoli-Pescocostanzo, compie un lungo giro passando per Alfedena e Sant'Ilario del Sangro, regalando dopo questa stazione una meravigliosa visione panoramica dell'importante centro dell'alta val di Sangro. Anche qui si riparte dopo una breve sosta alla volta di Alfedena - Scontrone, stazione che raggiungiamo dopo soli 8 minuti e dove avviene il trasbordo su autobus in direzione Scontrone.
Fermata a Carovilli
Panorama presso San Pietro Avellana
Il treno in sosta a Castel di Sangro
Il viadotto della ferrovia visibile sulla montagna, poco alla destra della colonna  idrica
Dopo qualche chilometro di difficile salita si arriva nel graziosissimo centro abruzzese, arroccato sul fianco della montagna. Colpisce da subito la pulizia e la bellezza del paese, avente due splendidi belvedere sulla vallata sottostante, di cui uno è la piazza centrale. Sorprende come questo piccolo paese disponga di ben quattro musei aperti e visitabili che vanno a creare un vero e proprio polo museale, quando, ad esempio, città come Crotone ne possiedono due di cui uno pressochè stabilmente chiuso (complesso di Capo Colonna).
L'accoglienza da parte dei cittadini e dell'Amministrazione Comunale è grandiosa, il sindaco Eliana Schipani è da subito in piazza con la gente ed i suoi concittadini per accogliere i quasi 250 turisti giunti col trenino (curioso pensare che l'arrivo del treno ha praticamente raddoppiato la popolazione cittadina), mentre dopo qualche minuto cominciano le visite guidate al centro cittadino ed ai piccoli musei ad opera dell'Associazione Escursionisti Scontrone. Le vie strette, le case rivestite in pietra e la tranquillità che si respira in questo paesino, turbata solo dal fruscio del vento tra le casette, creano un'incredibile sensazione di pace e benessere. Domina il paese una modesta chiesetta, posta poco sopra la piazza, arredata in modo semplice e caratteristico. Sono vicini tra loro i quattro piccoli musei, nel dettaglio: il Museo Internazionale della Donna, il Museo della Montagna, il Centro di Documentazione Paelontologico e la Casa degli Appennini di Iadeva.
Dopo la visita al paese, e con l'accompagnamento del gruppo folk Sunatour, si procede con il pranzo in piazza in "modalità sagra", dove vi è anche una pregevole occasione non solo per conoscere la cucina locale, ma anche per socializzare con gli altri viaggiatori, come le due simpatiche coppie di viaggiatori provenienti da Putignano sedute dinanzi a noi, il tutto in un'atmosfera di vera festa.

Appena arrivati ad Alfedena-Scontrone
Piazza centrale della città, con trenino turistico compreso (utilizzato per trasportare i bambini dal treno al paese)
Scorcio del paese
Scorcio dal paese verso la vallata
Alle spalle di Scontrone...
Alle 14.00 è tempo dei saluti, con i primi due autobus che si recano verso la stazione. Dopo esserci personalmente complimentati con il Sindaco (e sperando che continui nella sua lotta per la salvaguardia della ferrovia), ed aver lasciato veramente a malincuore il piccolo paese, ci accomodiamo ai nostri posti sul treno in attesa della ripartenza alla volta di Campo di Giove lungo uno dei tratti tecnicamente più spettacolari della tratta, di cui si aveva già un assaggio affacciandosi dalla piazza di Scontrone e guardando la ferrovia percorrere un'ampia curva dalla stazione fino a passare sotto il paese.
Partiamo con circa mezz'ora di ritardo verso Campo di Giove, e ci pensano proprio gli Alberi Sonori a contrastare il sonno ristoratore dei viaggiatori regalando ancora qualche momento musicale e raccontando in seguito la storia del cavaliere Ivan Karlovic, tramandata dalla tradizione delle minoranze croate del Molise. Tra ripetuti scambi di segnalazioni dei macchinisti e paesaggi mozzafiato si giunge a Roccaraso, uno dei più importanti centri turistici dell'Appennino abruzzese, come la grande stazione fa d'altronde intuire. Anche qui una rapida sosta, mentre viene saltata quella di Rivisondoli-Pescocostanzo per recuperare qualche minuto. Superata Rivisondoli, come già detto precedentemente stazione più alta della linea e seconda della rete RFI dopo quella del Brennero, il treno si dirige verso Campo di Giove attraversando l'enorme distesa verde vicino alla quale si trova l'isolatissima stazione di Palena, presso cui il treno si fermerà al ritorno.
Scivolando via tra innumerevoli alberi di conifere, ed aggirando l'enorme montagna della Majella, il treno arriva finalmente nella stazione di Campo di Giove, dove avverrà l'inversione.
Lo scenario di questa stazione è impressionante, col massiccio della Majella a dominarne completamente l'orizzonte ed enormi pini a sovrastarla. Il treno viene portato sul primo binario, unico dotato di segnale di partenza, mentre si attende il nulla osta dal Dirigente Unico di Sulmona, che però misteriosamente (forse neanche tanto...) tarda ad arrivare, costringendo il treno a partire con oltre un'ora di ritardo sulla tabella di marcia, vedendo costretto il personale di Le Rotaie Molise e TransIta a dover spiegare le ragioni dell'enorme ritardo ad un pubblico che, come nel -per fortuna ci risulta unico- caso di un gruppo di viaggiatori provenienti da Ancona, con enorme maleducazione e supponenza si scaglia contro il personale dell'Associazione nonostante il suo impegno nello spiegare dettagliatamente l'accaduto, fino a definire "inutile" l'effettuazione di iniziative del genere ed ad affermare che "è meglio bombardare che potenziare questa ferrovia". Ogni commento crediamo sia superfluo.
Durante la rappresentazione della storia di Ivan Karlovic
In sosta a Roccaraso, con il responsabile del treno Sergio De Spirito dell'associazione Le Rotaie Molise, sulla destra con la fascia azzurra al braccio
Un capotreno d'eccezione..
Campo di Giove: la ALn663.1188 con la Majella alle spalle
Panoramica del massiccio della Majella
Ripartiti da Campo di Giove, il treno si ferma dopo circa un quarto d'ora nella desolata stazione di Palena, di fronte alla quale è stato allestito un centro informativo del Parco Nazionale della Majella. Anche qui l'accoglienza, a base di prodotti tipici e con numerose guide, è stata degna di note, dando ai viaggiatori la possibilità di conoscere più nel dettaglio le bellezze del Parco e, non meno importante, di prendersi un caffè nel vicino bar! La stazione di Palena, sia per la configurazione architettonica che per la locazione, ricorda tantissimo quella "nostrana" di San Nicola-Silvana Mansio, la più alta d'Italia con i suoi 1406 metri s.l.m., creando in noi una sensazione quasi familiare. La sosta non si prolunga per molto, essendo stata ridotta per cercare di recuperare il ritardo, dando così inizio al viaggio di ritorno verso Isernia e Campobasso, viaggio che trascorre mentre noi approfittiamo per chiudere un po' gli occhi dopo una stancante giornata. Il treno nel frattempo procede a rilento a causa di problemi tecnici lungo la linea, con alcuni passaggi a livello problematici, facendo accumulare al treno in totale un'ora e mezza di ritardo. Mentre le luci del giorno pian piano vanno scemando, gli occhi cercano di godersi per un'altra volta i fantastici panorami che la Sulmona - Carpinone regala, cercando di catturare nella memoria quanto più possibile con la speranza di rivederlo più e più volte un domani.
L'arrivo a Isernia avviene alle 19.30 circa, con buona parte del treno che si svuota. Nel sottopassaggio si raccolgono pensieri e ricordi cercando di congelarli e mantenerli vivi, mentre un pieno sorriso per la bella giornata trascorsa si estende sul viso di molti viaggiatori. Ci andiamo così a rintanare nel B&B Gli Orti, graziosissimo bed&breakfast posto all'inizio della città, dove abbiamo prenotato per passare la notte. Sorprende subito l'ordine e la pulizia del posto, con la proprietaria, signora Lidia, che ci accoglie con grande gentilezza. Un posto consigliatissimo a chiunque abbia intenzione di passare una notte a Isernia (magari proprio per un giro sulla Sulmona - Carpinone). Dopo un veloce riposo facciamo una passeggiata nel bel centro cittadino, come molti altri non frequentatissimo la sera di domenica, approfittando per una buona pizza. 
In sosta a Palena

Il centro informativo del Parco della Majella, appena fuori dalla stazione

Isernia: fine del viaggio.
Scorcio del giardinetto del B&B "Gli Orti", ad Isernia
Dare valutazioni finali che non siano entusiastiche è difficile: il lavoro di TransIta Onlus e Le Rotaie Molise è mastodontico, esemplare, sotto tutti gli aspetti: riuscire a vincere il palese ostruzionismo di Trenitalia e soprattutto RFI verso un rilancio di questa ferrovia, coordinare ed organizzare comuni ed enti locali, riempire un treno (che sottolineiamo essere composto non da materiale storico ma bensì da automotrici in regolare esercizio) con 250 persone provenienti da ogni angolo d'Italia, regalare un notevole risveglio al turismo delle zone attraversate dalla ferrovia, come riferitoci dalla signora Lidia del B&B Gli Orti, la quale ha notato un notevole incremento di prenotazioni in concomitanza con i treni turistici.
C'è da ringraziare di cuore chiunque abbia lavorato, lavora e lavorerà per continuare a far vivere questo progetto, nella speranza che per la Sulmona - Carpinone vi sia finalmente una nuova e meritata stagione di successi, sperando inoltre, come scritto nell'ultimo post sul nostro blog a riguardo del treno fotografico a vapore Cosenza-Rogliano di domenica 16 giugno, di poter riproporre presto un'iniziativa del genere anche in Calabria, un obiettivo non semplice a cui si sta già lavorando!

Per approfondire:

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