giovedì 3 novembre 2011

29.10.2011: Onda Calabro-Umbra - Pt.1 (sez.Nord)

"Quanto è piccolo il mondo!"
Di solito lo si dice quando, nei luoghi più impensabili, si incontra una persona conosciuta. Frutto della fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, una delle solite coincidenze della vita. Ma viene da pensare così anche quando tutto è programmato, eppure l'incrociarsi in quattro, la "storica quaterna" di Ferrovie in Calabria, al centro -quasi- esatto della nostra travagliata Italia ha un sapore simile alla frase di rito di cui sopra.
O, per dirla più nei nostri termini, "E tu là eriiii?????"



Visitare le Officine Grandi Riparazioni di Foligno, in fondo, è un'occasione da non perdere, ovunque ci si trovi. E' così che, oltre un mese prima, si comincia ad organizzare questa sorta di "mini-raduno" dalle parti del Tevere. Tra prenotazioni, abbozzi sul programma e contatti con gli organizzatori, ne esce fuori qualcosa di buono. La cosa certa è che ci saranno fondamentalmente due gruppi, il "nord" e il "centro/sud" che la mattina del 29 ottobre si incontreranno in un luogo da scegliere tra Orte e Terni. Da buon emigrato (temporaneo) al nord, questa volta scriverò per il primo dei due gruppi citati. Il resto della storia ve la racconteranno i terùn.




Per me, Luca e Gabriele il viaggio incomincia la sera del 28, un freddo e nebbioso venerdì 28 che non si rivelerà altro che l'antifona del tempo che andremo a trovare per le oltre 24 ore successive. Ritrovo a Milano Rogoredo attorno alle 19.30 e poi diretti verso la ormai celebre pizzeria TropiCo's, divenuta ormai teatro di immancabili gare a chi mangia più tranci di pizza (questa volta il sottoscritto avrà la meglio con 13 tranci in totale). Un'abbuffata per affrontare il lungo viaggio sul treno 35911 (più celebre come 1911) da Milano a Napoli, che noi prenderemo però limitatamente fino ad Orte. Poco prima delle 22 usciamo dalla pizzeria, andando così a parcheggiare la Croma di Gabriele davanti alla stazione di Milano Lambrate per poi fiondarci nella M2, dove oltretutto ci capita un complesso appena consegnato costruito alle Officine Meccaniche Calabresi di Reggio Calabria. E dopo poco siamo lì, sotto le volte della Centrale.
Intanto, la nebbia ed il freddo contribuiscono ancor di più a sentire l'aria cupa e pesante di una Milano che non riesce proprio ad andar giù a chi è ben abituato a posti molto più caldi. Climaticamente e sentimentalmente.


Cena a base di pizza prima della partenza



Appena giunti a Centrale, subito una "cara conoscenza": l'Espresso 1641 Milano Centrale - Crotone con in testa la E656.039, pochi istanti prima della partenza


Prendiamo così posto in cuccetta, dove troviamo uno striminzito "kit notte" che, tra l'altro, puntualmente vado a decimare (il contenitore d'acqua, quasi invisibile, viene schiacciato irrimediabilmente dopo pochi minuti). Poco dopo la partenza dell'ICN785 per Reggio Calabria, anche noi cominciamo a muoverci. Gabriele è subito davanti al pc con traccia del treno e fascicoli linea, Luca confabula un pò tra proposte e controproposte, e il viaggio ha inizio. Sorprende subito la velocità con cui questo treno va in anticipo (roba di 12 minuti nel giro di 3-4 stazioni transitate), e di fatti a Sant'Ilario d'Enza veniamo fermati un pò per "recuperare" tale sorprendente velocità. O larghezza di traccia che dirsivoglia.
Si entra, dopo Bologna, sulla linea di valico dell'Appennino, ed è lì che si cominciano a sentire le poderose frenate intermittenti a cui sono costretti i macchinisti durante la discesa da Vernio a Prato per mantenere entro i limiti la velocità del convoglio, che procede tranquillamente per effetto d'inerzia. Dopo la sosta di servizio a Firenze Campo Marte e una veloce sgranchita di gambe con Gabriele, si entra sulla LL Firenze - Roma e si provano a consumare gli ultimi minuti di sonno. Alle 7.01 si arriva finalmente in una Orte immersa nel buio e nella nebbia. Il regionale per Terontola, 464 con qualche PR appresso, è pronto a partire. Senza neanche goderci un pò lo scalo teverino andiamo di corsa a prenderlo. Il caffè a Terni, in fondo, è d'obbligo.


Durante la fermata notturna a Sant'Ilario d'Enza



Sotto una fitta nebbia, a Terni con l'appena raccolto Alessandro in attesa di Roberto e Francesco


A Terni, con la nebbia a farla da padrone, Alessandro aspetta come di consueto sul binario 1. Una stazione che ormai sa molto di casa, tante sono le volte in cui si è calcato il suo suolo. Dal treno che, da Roma, sta portando su Francesco e Roberto ci separa quasi un'ora, ed è la scusa per un caffè o per un the caldo. Intanto si comincia a girovagare per la stazione, con un E652 in manovra nel piazzale per agganciare dei carri aperti, con i quali lascerà la stazione praticamente in concomitanza con l'arrivo del treno su cui viaggiano Roberto e Francesco. Ed appena arrivati, inutile dirlo, scoppia la festa. A parte il rivedersi dopo tanto tempo, questo evento è anche un evento memorabile per un altro fatto: per Roberto è praticamente il primo viaggio "totalmente autonomo", la prima volta che ci segue senza se e senza ma in qualche giro ferroviario fuori dai confini regionali, Puglia esclusa. Cosa si può volere di più dalla vita?
Nel frattempo valichiamo la dura salita da Terni a Baiano, per poi entrare nella "finta DD" a Campello, preludio all'arrivo a Foligno che avviene puntuale alle 9.40.


Cartelloni all'ingresso delle Officine Grandi Riparazioni



La E626.156 monumentata all'esterno delle OGR
Dopo iniziali difficoltà nel trovare le OGR (finiamo a quelle vecchie, ma non alle nuove), vi arriviamo dopo una lunga camminata attorno alle 10.20, giusto dieci minuti prima dell'inizio della visita fissato per le 10.30. Veniamo fatti accomodare nella sala conferenze dell'impianto, dove dopo aver "mitragliato" la E626.156 all'esterno delle OGR regaliamo un abbondante pasto alle nostre fotocamere con un'ampia e varia esposizione fermodellistica organizzata dall'associazione I Sorci Verdi, che inoltre ha organizzato in generale l'importante evento, condito da un ottimo successo di pubblico.
Comincia così l'ampia visita agli impianti, un autentico paradiso per ogni appassionato di ferrovie. Impianti che colpiscono per la loro estensione e completezza, ma anche per i numerosissimi macchinari utilizzati per la verifica anche del minimo pezzo di un locomotore. Si fanno notare all’interno delle OGR la E402.031, la E655.523 e la E444R.034 fresche di revisione e scintillanti come appena uscite di fabbrica, mentre tra le macchine in attesa o già in revisione spiccano la E464.001, la E655.509 (con ancora ben visibile il caro vecchio logo del Caimano anche dopo la sverniciatura), la E402.101 in livrea Archimede e, per finire, la E402.004, una delle poche unità prototipo rimaste. A detta del gentilissimo e simpatico personale accompagnatore, anche qui la crisi si sta facendo sentire, tra tagli del personale e riduzioni delle operazioni di manutenzione. Eppure, a prima vista quasi non sembrerebbe. Non pubblicheremo, tuttavia, foto all’interno dell’impianto come da specifica richiesta di Trenitalia (inizialmente in verità sembrava fosse impedita anche la sola realizzazione delle foto, divieto che poi si è limitato alla pubblicazione). E ancora una volta, con amarezza, rimpiangiamo l’atmosfera familiare delle nostre officine cosentine..




Due scatti del bellissimo plastico assemblato dall'associazione fermodellistica folignate I Sorci Verdi (una breve descrizione qui)



Il logo del Caimano sulla E655.509 in fase di sverniciatura


La visita si estende su 50 minuti in luogo dei 30 previsti, cosa che ci costringe, una volta visitato il capannone dove vengono svolte le ultime prove prima del ritorno in esercizio (capannone dotato inoltre di binario elettrificato ad alimentazione variabile, in modo da rendere possibile la prova anche di veicoli funzionanti a tensioni diverse al classico 3 Kv cc FS), a letteralmente scappare verso la stazione di Foligno per non perdere il regionale che ci avrebbe condotti a Perugia. Le corse per prendere il treno saranno una costante della giornata, ma che soddisfazione essere rientrati a casa nonostante tutto.
A Foligno arriviamo quasi in concomitanza col Pinturicchio FCU titolare del regionale Perugia Ponte San Giovanni – Foligno, il quale andrà ad effettuare, una volta effettuato il cambio banco, il Foligno – Terontola che noi andremo a prendere. Francesco e Roberto, che non si erano premuniti di biglietto, ci fanno restare col fiato sospeso arrivando così praticamente un minuto prima della partenza. Ci accomodiamo comunque in coda al comodo Pinturicchio, niente di più che un Minuetto in (bella) livrea FCU, percorrendo così i pochi chilometri che separano Foligno dal capoluogo, passando al di sotto di splendidi centri come Spello e Assisi. L’arrivo a Ponte San Giovanni è annunciato dallo sbucare, lento e silenzioso, della linea FCU da Sansepolcro sulla destra. E una volta scesi a Ponte San Giovanni, è impossibile non restare ancora una volta stupiti da semplicità e fascino che quel piccolo impianto che, seppur tra i più importanti nella regione (ricordiamo che è il punto dove la Foligno – Terontola RFI incrocia la rete FCU, con in più la fondamentale diramazione per Perugia Sant’Anna), conserva ancora un aspetto e degli impianti assolutamente d’altri tempi.


Panoramica della stazione di Foligno



Con Luca e Roberto a bordo treno


Perugia Ponte San Giovanni: il Pinturicchio TRU 3 (dove TRU sta per Treno Regionale Umbro) pronto a partire per Terontola.


A Ponte San Giovanni l'attesa non è poi molta: pochi minuti dopo spunta dalla curva della linea da Terni la ALn776 che ci porterà in centro città. Tempo di fare cambio banco, che la prestante automotrice derivata dalle ben più celebri ALn663 parte dal binario 4 e si dirige verso Perugia Sant'Anna: una tratta di cui abbiamo anche già parlato qui, ma che ogni volta riserva davvero grandi emozioni: la ripida salita al 60%° mette a dura prova un'automotrice dalla fama di velocista (ricordiamo i 150 km/h di velocità massima, la più alta tra i mezzi diesel italiani), la quale poi raccoglie un buon numero di scolari a Piscille. L'arrivo a Perugia Sant'Anna è sempre della stessa pasta: una stazione che sembra uscita da chissà quale libro delle fiabe, incastonata nel centro città e, dall'alto, più che somigliante ad un plastico. Il movimento a Sant'Anna è molto: diverse le automotrici che vanno e vengono dalla stazione, svolgendo un servizio che per la città di Perugia è di fondamentale importanza. Dopo un paio di foto ci rechiamo alle scale mobili che portano fino al centro città, in corso Vannucci, dove decidiamo di pranzare. La vicinanza tra le due infrastrutture rende la stazione di Sant'Anna a dir poco perfetta per una visita al centro storico perugino, indubbiamente uno dei più belli d'Italia. Pranziamo, seppur un pò in fretta, in un ristorante self-service in uno dei vicoletti del centro, mentre intanto tra un'informazione sbagliata e la linea sul cellulare che andava e veniva, arrivano i miei zii con cuginetto (anche lui appassionato di ferrovie) con la torta per festeggiare i 5 anni di Ferrovie in Calabria. Dopo la foto di rito assaporiamo l'ottima torta, per poi dirigerci (e di nuovo di corsa) di nuovo alla stazione di Perugia Sant'Anna. E' stato poco il tempo a disposizione, ma molto intenso. A presto, Perugia!



Partenza del treno 138 da Perugia Sant'Anna


La torta per i 5 anni del blog (con chiaro riferimento alle FCL)


Foto di gruppo davanti alla torta: in piedi da sinistra Gabriele Lanza, Vittorio Lascala e Alessandro Moscetti. Seduti invece Roberto Galati, Francesco Lazzaro e Luca Pisconti.

Si torna così in fretta e furia a Sant'Anna, dove saliamo immediatamente su un'altra 776 singola pronta a partire per Ponte San Giovanni, dove altri due materiali daranno possibilità di proseguire su Sansepolcro e Terni. E' l'ennesima occasione per dimostrare la gentilezza e la disponibilità del personale FCU, che fornisce tranquillamente indicazioni e informazioni utili alla clientela, e assolutamente di propria spontanea volontà! Percorriamo la dura discesa, giungendo in una Ponte San Giovanni in fermento con 3 dei 6 binari già occupati. Qui ci dividiamo, con Alessandro che prosegue diretto per Terni, Francesco e Roberto a Umbertide per approfondire il discorso FCU (per loro una novità, ma se ne parlerà meglio nella seconda parte), mentre assieme a Luca e Gabriele puntiamo su Ancona, con cambio a Foligno. Per un pelo rischiamo di restare a Ponte San Giovanni a causa di un biglietto che non si riusciva a trovare in nessun modo, ma fortunatamente (grazie anche alla conoscenza tecnica di Gabriele) il treno viene fatto aspettare e si va così a Foligno. La stanchezza si inizia già a far sentire nei 50 minuti di attesa (dove per un pò approfittiamo per seguire le vicissitudini di Reggina e Crotone, al bar) a Foligno, mentre una volta saliti sul regionale per Ancona il sonno prende il sopravvento. E' un viaggio pressochè senza storia: da Foligno a Fabriano tutti a dormire, salvo poi qualche sporadica apertura d'occhi attorno a Genga. Ore 18.30: siamo sull'Adriatico, siamo ad Ancona.


Ancona: i binari 1 e 2

Ad Ancona se ne approfitta per prendere un trancio di pizza in vista del lungo viaggio (4 ore) che ci separa dal rientro a casa a Milano. Intanto la buona D3100 comincia a perdere colpi a causa della batteria in procinto di scaricarsi, riducendo di un bel pò la quantità di foto fatte. Alle 19.27 l'EurostarCity 9830 entra in stazione con la classica doppia simmetrica di E414. E' per me e Luca la prima volta che si prende sulle lunghe distanze questa tipologia di treno...e molto probabilmente anche l'ultima. Impianto pneumatico per le porte interne in buona parte non funzionante, pannelli che vibrano, poche prese elettriche e a volte non funzionanti, scomodità delle sedute da far paura. Anche il servizio minibar è alquanto latitante, con l'addetto comodamente seduto in prima classe (che ci costringe ad andare a cercarlo per prendere una bottiglietta d'acqua, tra l'altro al costo di 1,60€) e la ex carrozza bar, nella quale sedevamo, inutilizzata per il suo naturale scopo. Oltretutto l'aria condizionata funziona un pò come dice lei, e l'accesso al treno non è poi così grandemente controllato (tant'è che ci ritroviamo a bordo treno un ubriaco che andrà poi a importunare due ragazze in viaggio con noi, fatto scendere a Faenza). Insomma, per la prossima volta è ormai certo che si preferirà un buon Intercity o al massimo qualche regionale a questo treno che sa più di truffa legalizzata che di altro.
Nel frattempo arriviamo a Milano ormai a notte fonda. Già da Piacenza in poi notiamo come la nebbia si stia facendo avanti, e ne avremo prova suprema nel tragitto in auto da Milano a Cavaria. Arrivati sotto le volte della Centrale ci fiondiamo subito in metro, tramite la quale raggiungeremo Milano Lambrate, dove abbiamo precedentemente lasciato la macchina. Prima di avviarci verso casa però, una capatina in zona Quarto Oggiaro presso la pasticceria Varesina, celebre per lo sfornare cornetti ed altri dolciumi dalle 23 in poi, meritandosi così negli anni il ruolo di "must" delle serate milanesi. Degna conclusione di oltre 24 ore di viaggio, 1259,834 km percorsi (2730,340 se consideriamo in linea assoluta anche quelli percorsi da Roberto,Francesco e Alessandro) e una bella quantità di risate.

E, come di tradizione, non si torna mai a casa a mani vuote..



Continua..

1 commento:

AlexMos ha detto...

La cosa più bella di questa uscita, al di là di quello che si è riusciti a fare e vedere un po' di corsa, è proprio il modo in cui è nata e si è sviluppata. Vedere questa composizione mista di partecipanti convergere dai due poli dell'Italia, prima a Terni, poi a Foligno e a Perugia, mi ha fatto un effetto strano, estremamente piacevole. Mi è sembrato, per un attimo, di essere in viaggio pure a me, seppur dentro i lgiardino di casa, in quei luoghi ben noti, ma che ben si prestano a nuovi inediti scenari.